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L'ordine infranto : la violenza delle donne fra medioevo ed età moderna

2023 - Franco Angeli

P. 685-698

Tanto nella ricerca storica che in quella degli altri saperi esperti, così come nel dibattito pubblico, il tema della violenza (e della criminalità) femminile continua a presentarsi in modo carsico, raramente affrontato in maniera sistematica, per varie ragioni, correlate: una questione di proporzionalità, un persistente condizionamento culturale che associa agli uomini l'uso della forza, una sottovalutazione della pericolosità femminile, un'attenzione prevalente alla violenza compiuta sulle donne;; nei fatti, una sorta di disagio ad associare alle donne una natura violenta. Ma, la difficoltà di pensare la violenza delle donne sta dentro il medesimo quadro culturale che continua a farle oggetto di violenza, a riaffermare ruoli disomogenei e gerarchicamente disposti, a preservare un ordine (di matrice patriarcale) da non infrangere.

Il contributo discute le ragioni di questa sottorappresentazione del fenomeno e ricostruisce il panorama degli studi esistenti, sottolineandone vuoti e pieni, ma anche potenzialità. E introduce i saggi qui raccolti che, partendo da questi presupposti, analizzano alcune forme di violenza e criminalità femminile fra medioevo ed età moderna, guardando in particolare alla fase giudiziaria, alla rappresentazione del reato e delle donne che lo compiono e, in definitiva, al processo come costruzione narrativa, epifenomeno di una quadrettatura della società che colloca uomini e donne in spazi predefiniti, concedendo loro talvolta, ma non necessariamente, criteri diversi di scostamento dalla regola. [Testo dell'editore]

In both historical research and other scientific domains, as well as within public di-­ scourse, the topic of female violence and crime consistently emerges with intricate nuances cass. is often touched upon, yet is seldom addressed in a comprehensive manner, primarily due to interconnected factors. These factors include considerations of proportionality, the enduring cultural predisposition linking men with the use of force, an underestimation of female capacity for harm, and a prevailing emphasis on violence inflicted upon women. This reluctance to associate women with a propensity for violence reflects a discomforting societal pattern, as the challenge of contemplating women's engagement in violence is deeply entwined with the very cultural framework that continues to subject them to acts of violence. This framework perpetuates uneven and hierarchical roles, preserving an entrenched order of patriarchal origins.

This order resists disruption. This study delves into the rationales behind this underrepresentation of the phenomenon and attempts an overview of existing studies, highlighting both their comprehensive contributions and their gaps. Moreover, it underscores the poten-­ tial inherent in studying this issue. This introduction sets the stage for the following collection of essays. These essays, grounded in the aforementioned premises, meticu-­ lously analyze the various manifestations of female violence and criminality spanning from the Middle Ages to the modern era. The focal points lie in the judicial phase, the portrayal of the criminal act and the women perpetrating it, and ultimately, the trial's role as a narrative construct. This construct emerges as an epiphenomenon of the so-­ cietal framework that confines men and women to predefined spaces, at times affor-­ ding them distinct criteria for deviating from societal norms, albeit not invariably. [Publisher's text]

Fa parte di

Società e storia : 182, 4, 2023